Si era nella primavera del 1880...


....dopo un inverno particolarmente rigido, la bella stagione era venuta improvvisa e prepotente. La povera gente apriva il cuore alla speranza, pensando che l'abbondanza delle messi e della frutta avrebbe mitigato la grande carestia, che da tempo affliggeva tutto il meridione. Basti pensare che la misera gente era costretta a privare in maggio le piante di fico delle primizie acerbe, cosiddette “scattagnole”, che sarebbero maturate in giugno.

Cotte in grandi calderoni, all'aperto, le “scattagnole” venivano avidamente mangiate ed offerte ai passanti per carità.

Si trattava della grande carestia ch'era seguita nelle terre meridionali, all'unità di Italia, allorché la giovane Nazione, dopo le lunghe guerre per l'unità e l'indipendenza, andava riordinando la sua economia.

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