Era un uomo alto, asciutto e dalla cera patita...

Ero ancora un bambino, quando Zio Nicola morì, in paese, lo chiamavano tutti "Il Padre della Provvidenza".

Era un uomo alto, asciutto e dalla cera patita; portava quasi sempre, meno che nei mesi più caldi, un mantello nero, un po' unto e sforacchiato alle falde.

Camminava trasognato ed era assai taciturno. Mia madre mi diceva che era un santo e che aveva mendicato in tutto il circondario di Nicastro, trascinando il suo corpo patito, curvo sotto il peso d'una bisaccia sempre colma di ogni ben di Dio, che rappresentava l'obolo che lui chiedeva per costruire la Chiesa della Provvidenza.

Si era infine improvvisato muratore, lui, provetto falegname, perché i soldi raccolti erano pochi e la Chiesa voleva farla grande e bella.

Da quando seppi tutto ciò, tutte le volte che incontravo Zio Nicola, mi sembrava di riconoscere il lui uno di quei santi stampati nelle figurine di cui facevo raccolta, e ne avevo rispetto e soggezione.

Un Giorno lo vidi curvo sul bastone, camminare a stento ed affannare: pensai, col mio cervello di bimbo, che a ridurlo tale doveva essere stato il peso della bisaccia, di quella bisaccia di cui si era servito per la sua lunga e faticosa questua. Mi faceva tanta pena, povero Zio Nicola, lui che aveva fatto sorgere una Chiesa sulla collina delle croci lì dove il sole tramonta.

Quando ritornato dal collegio per le feste pasquali, seppi che Zio Nicola era morto e che non lo avevano voluto seppellire nella Chiesa della Provvidenza, da lui fondata, ebbi un moto di collera, come se avessero fatto un torto a me.

E rimuginavo: “La Chiesa non l'aveva forse fabbricata lui?, non era stato lui a mendicare per raggranellare, soldo a soldo, la somma occorsa per la costruzione della Casa della Madonna?, perché allora non seppellirlo fra quelle mura?, perché tanto affronto al povero Zio Nicola?”.

Ad ingigantire nella mia mente di ragazzo la figura dell'asceta, contribuì quanto, dopo la sua morte, si andava raccontando. Era storia o parto di fantasia? Tutti però parlavano dello Zio Nicola, e mia nonna giurava d'avere appreso dalla stessa voce del defunto al quale era imparentata, lo straordinario racconto che vi ripeto....


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